L’oasi WWF del lago di San
Giuliano si trova in Basilicata nei comuni di Miglionico, Matera e Grottole. La
storia della riserva regionale San Giuliano è legata alla nascita dell’ omonimo
invaso artificiale creato dallo sbarramento del fiume Bradano, negli anni tra
il 1950 e il 1957. La presenza del lago
ha attirato molte specie di
uccelli acquatici, ciò ha reso necessario la tutela dell’area. Così nel 1976 il
lago di San Giuliano è diventato oasi protetta. Nel 1991 è entrata a far parte
del Parco della Murgia Materana. Nel
2000 la Regione Basilicata ha istituito una Riserva Naturale. E’ stata dichiarata dal Ministero
dell’Ambiente area SIC (sito di interesse comunitario) ed area ZPS (zona
di protezione speciale). Nel maggio 2003 è stata inserita con decreto
ministeriale nell’ elenco delle zone umide italiane previste dalla Convenzione
di Rosmar. Nell’ agosto 2006 sulle
sponde del lago è stato ritrovato uno scheletro fossile di balena risalente a
circa un milione di anni fa. Nel 2008 il fossile è stato recuperato e
trasferito in un laboratorio della Soprintendenza per il Patrimonio Artistico e
Demoantropologico, in attesa di essere esposto nel
Museo
Domenico Ridola di Matera.
Il territorio si estende per circa
8 km quadrati e ha la capacità di circa 100 milioni di metri cubi di acqua, ha
una altezza di 38,3 metri e si trova a 101,6 metri sul livello del mare. Il
lago è ricco di insenature ed è circondato da alberi messi dall’ uomo. La
sponda sinistra , sul versante di Matera, è più pianeggiante, mentre la sponda
destra, sul versante di Miglionico e Grottole è più ondulata. La
vegetazione tipica è composta da :
pioppi, salici e tamerici. Intorno al lago troviamo il pino d’Aleppo, il
cipresso e l’ eucalipto. C’ è anche la presenza di vasti prati. Grande importanza ha la avifauna soprattutto durante lo svernamento e
le migrazioni. Si contano infatti circa 180 specie di uccelli di cui alcune
sono rare. Vi sono: aironi cinerini, garzette , svassi, folaghe. D’
inverno compaiono l’airone bianco
maggiore, il cormorano, il moriglione, il fischione, la volpoca, l’oca
selvatica, la rana moretta tabaccata. Tra i rapaci c’ è il nibbio reale, il
nibbio bruno, la poiana e qualche esemplare di falco pescatore. Tra
i passeriformi ricordiamo il pendolino, simbolo dell’oasi del WWF.
Infine tra i mammiferi sono presenti l’ istrice, il tasso, il gatto
selvatico la faina, oltre a qualche esemplare di lontra. Nel 1989 ci fu la
presenza eccezionale della casarca,(tadorna ferruginea) raro esemplare
di anatra, nel 1994 avvenne lo svernamento completo di un pellicano adulto,
mentre nel 1995 per 12 giorni ci fu la presenza di eleganti cigni reali. Nel
2010 fu trovato ferito un esemplare dell’ albanella pallida poi affidato al
Centro Recupero Animali Selvatici della Riserva.
Scritto da Davide Pruonto, Gerardo Solazzo, Alessandro Pinto
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