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giovedì 28 febbraio 2013

Il Monte Vulture



Il  Monte Vulture, vulcano spento si eleva isolato tra il confine  tra Puglia, Campania e Basilicata.
E’ il solo vulcano del versante adriatico dell’ Appennino, molto inferiore come mole (27 Km) al Vesuvio e al vulcano di Roccamonfina , ma ad essi molto  simile  per  forma e costruzione.
E’ costituito infatti da una gran cerchia esterna (culminante  nel M.Pizzuto di Melfi ,1327m), entro cui si eleva un cono minore (Monticchio) in fondo al quale c’è un cratere ora occupato da due laghetti, il lago piccolo ed il lago grande.
E’ tuttora una zona di notevole sismicità: terremoti disastrosi si sono avuti anche di recente, nel 1980; ma già nel  1930 si era verificato un grande sisma.
Ci sono numerose sorgenti minerali, dalle quali si estraggono acque minerali che vengono vendute in tutta Italia.
Si capisce anche che è vecchio perché ha la punta arrotondata e quindi è molto anziano.
Ed è alto 1326 m .
Insomma il Monte Vulture è quasi il più vecchio della Basilicata.
Sulle sue pendici sino a 600 m ci sono oliveti e vigneti tipici della zona, poi si sviluppano latifoglie e conifere.
Una specie importante, che caratterizza la montagna, è il castagno; nel monte vulture si producono tante castagne, la più conosciuta è il Marroncino di Melfi, ed in occasione del periodo di raccolta  a Rionero, Melfi e Rapolla si organizza la Sagra della Castagna a cui partecipano tanti turisti che vengono dalle vicine regioni d’Italia.
Anche la fauna del Monte Vulture è  molto importante; la Brahmea Europea è una farfalla della famiglia dei Lepidotteri oramai in via di estinzione.  Poi c’è la Poiana, il Nibbio reale, il Gufo reale, tutte specie importanti e presenti oramai solo in poche zone del mondo.
Insomma nel Monte Vulture c’è tutto!


Francesca F, Carlotta classe III C

lunedì 29 ottobre 2012

Alcuni uomini illustri di Rionero in Vulture

GIUSTINO FORTUNATO


Giustino Fortunato, nato a Rionero il 4 settembre 1848, è stato un politico e storico italiano ed  uno dei più importanti rappresentanti del MeridionalismoSi impegnò con le sue opere ed i suoi scritti per affrontare i problemi del Meridione in seguito all'unità d'Italia. Diventato parlamentare incentrò la sua opera nel miglioramento delle infrastrutture, dell'alfabetizzazione e della sanità nel Meridione. A lui è dovuta la costruzione della stazione ferroviaria a Rionero in Vulture.

RAFFAELE CIASCA


Raffaele Ciasca è stato un politico e storico italiano. Nato da una famiglia contadina il 26 maggio 1888 frequentò, dopo le elementari, il seminario di Ascoli Satriano e successivamente il liceo classico "Salvator Rosa" a Potenza.  Fu profondamente influenzato dalle idee di Gaetano Salvemini e Giustino Fortunato con i quali strinse un profondo rapporto di amicizia. Si laureò in lettere nel 1913. Partecipò alla prima guerra mondiale con il grado di ufficiale di Artiglieria e fu decorato con la Croce di guerra al valor militare. Conseguita la seconda laurea in giurisprudenza insegnò presso il Magistero di Messina, l'università di Cagliari, di Genova e la Sapienza di Roma. Scrisse numerose opere che rientrano nel filone del cosiddetto " Meridionalismo".  Presiedette tra il 1950 e il 1967 il ricostituito Istituto per l'Oriente, nonché il Centro per le Relazioni Italo-Arabe, di cui fu presidente durante i primi anni di attività. Inoltre fu a capo, a partire dal 1951, dell'Istituto Storico Nazionale per l'Età Moderna e Contemporanea. Dal 1956 fu membro della prestigiosa Accademia dei Lincei



domenica 28 ottobre 2012

Le chiese di Rionero in Vulture


Anche le chiese sono testimonianza del passato storico del nostro paese. Le chiese più antiche sono:

LA CHIESA MADRE



Nasce nel 1696 e viene dedicata a San Marco Evangelista. Appartiene all'Università di Rivonigro. Essa, infatti, viene costruita da una delle famiglie più ricche di Rionero alle quali l'Università assegna la realizzazione di un'altare con sepoltura privata. L'impianto iniziale era a navata unica e transetto, con l'ingresso dall'attuale Cappella del Cuore di Gesù. Viene rifatta nel 1763 con la facciata in stile barocco ed ulteriormente rinnovata nel 1930. In seguito ad un incremento della popolazione viene ampliata con la costruzione di tre navate e pianta a croce latina. 
Attualmente la chiesa conserva ancora l'antico campanile a pianta quadrata termnando ad ottagono ed è affiancato dalla Torre dell'Orologio. L'interno custodisce intagli linei del XVIII sec., tre altari in marmi policromi ed un organo intagliato e dorato con cantoria del 1751.

LA CHIESA DI SANT'ANTONIO





Si ignorano le sue origini. Probabilmente è stata edificata nella prima metà del XII secolo dai monaci Benedettini di Monticchio. L'interno a una navata, coperta da tre piccole campate, con volte affrescate con pitture e figure di santi termina con un arco ad ogiva sotto di cui si trova il tabernacolo della “Madonna del Carmine”, protettrice della città. Restaurata in seguito ai terremoti del 1316, 1651, 1851, 1980 la chiesa conserva lo stile gotico delle origini. All'interno sono conservate in buono stato delle tele del XVIII secolo.  L'esterno è costituito da un portale racchiuso da un’arcata con arco a sesto acuto, divisa da un cornicione, e  sormontata da una torre campanaria quadrangolare. Una lapide, situata alla destra del portale, ricorda l’incontro avvenuto in questo luogo, il 1° aprile del 1502 fra Ludovico d’Armagnac, duca di Nemours e Consalvo Fernandez di Cordova, supremi comandanti degli eserciti francese e spagnolo, per la spartizione del territorio italiano.

Altre chiese presenti nel paese sono:

LA CHIESA DEL S.S. SACRAMENTO 


La Chiesa del S.S. Sacramento fu costruita  nel luogo ove era situata l’antica chiesa di Santa Maria de’ Rivonigro, cuore del primitivo nucleo abitativo di Rionero. Originariamente era costituita da una sola navata, successivamente nel 1794 venne ampliata con l’aggiunta di una navata laterale. Nel 1826 in vecchio campanile, più piccolo, venne sostituito da uno più grande a pianta quadrata. In seguito al terremoto del 1851  la chiesa venne arricchita con altari dedicati al SS Sacramento, all’Addolorata, a San Francesco de Paola ed al Crocifisso. Nella Sacrestia è conservata una tela del XVI secolo, “la Madonna col Bambino e San Giovannino” di Luca Giordano. La facciata esterna è decorata con lesene, cornicioni e cornici.

LA CHIESA DELL'ANNUNZIATA




Fu costruita nel 1759 come oratorio privato, dedicato all'Annunziata. Era custodita da una delle famiglie più ricche di Rionero, cioè quella di Marc'Antonio di Silvio. Danneggiata dal sisma del 1851 venne ristrutturata ed ingrandita con l'aggiunta dell'altare di S. Antonio e quello della Madonna del Buon Consiglio.


Monumenti di Rionero in Vulture


MONUMENTO AI CADUTI


In prossimità della Chiesa del S.S. Sacramento, precisamente in piazza della Vittoria, si trova il monumento  dedicato ai 180 rioneresi caduti della Prima guerra mondiale. E’ costituito da una scultura che rappresenta  due giovani soldati, uno nell’atto di lanciare la bomba che stringe nella mano, l’altro con la baionetta pronto ad andare all’ assalto. Dietro di loro s’innalza una colonna sulla cui sommità domina la statua di Minerva, simbolo della vittoria. Ai piedi  del monumento sono situati due leoni simbolo del coraggio, che spinse tanti giovani di Rionero a donare la vita per la Patria.

MONUMENTO AL CAP. MICHELE D'ANGELO


Nella piazza principale dI Rionero  in Vulture, intitolata a Giustino Fortunato, vi è un monumento in memoria del capitano d’Artiglieria Michele d’Angelo, medaglia d'oro al valore militare. 
 Nato a Rionero  il 30 agosto del 1868, nel 1888 venne ammesso all'Accademia militare di Modena e nel 1889 a quella di Torino. Nel 1892 fu nominato Sottotenente di Artiglieria, due anni dopo fu promosso Tenente e nel 1907 Capitano al comando della 12^ batteria del Primo Reggimento da Campagna.  Scoppiata la guerra Italo -Turca, il 26 gennaio del 1912, parte al comando della 15^ Batteria di rincalzo alle truppe che si trovavano a Derma. Distintosi in varie azioni militari, cadde nel corso della battaglia del 3 marzo. 
Questa la motivazione del conferimento della medaglia d'oro, incisa sul monumento, voluto e fatto erigere da G. Fortunato: “Esemplarmente intrepido diresse il fuoco a protezione di fanteria in avamposti respinse numerosi attacchi del nemico//giunto a brevissima distanza dai pezzi. Cadde eroicamente colpito a morte//in mezzo alla sua batteria”.

MONUMENTO AL GENERALE GIUSEPPE PENNELLA


Nella villa comunale, nei pressi della stazione, vi è un monumento dedicato alla memoria del gen. Giuseppe Pennella. Nato a Rionero l'8 agosto 1894 da Antonio e da Maddalena Plastino, Giuseppe Pennella a 13 anni viene mandato al Collegio Militare di Napoli e in seguito frequenta la Scuola Militare di Modena; nel 1914 compie delle ricognizioni sul S. Gottardo, sull'Appennino ligure e nel 1900 in Svizzera.
Scrittore, conferenziere, musicista, allo scoppio della della Prima Guerra Mondiale gli viene conferito prima il grado di Colonnello poi affidato l'incarico di Capo di Stato maggiore della IV Armata.
Dal 26 aprile al 24 maggio del 1917 dirige, come Comandante della 35.ma Divisione, un corpo di spedizione in Macedonia e nel marzo del 1918 viene designato da Armando Diaz per il Comando dell'VIII Armata del Montello distinguendosi nella battaglia del Solstizio.


MONUMENTO A MICHELE GRANATA


Nato a Rionero il 25 novembre 1748 da Ciriaco e Maddalena Lauria, recatosi giovanissimo a Napoli per gli studi, entrò nell’ Ordine de Carmelitani Scalzi col nome di padre Francesco Saverio. Nominato ne 1778 professore di filosofia e matematica nella Reale Accademia Militare di Napoli, si distinse come valente insegnante, desideroso di fare dei suoi discepoli uomini liberi . Nel 1787 è arrestato con l’accusa di giacobinismo. Partecipò ai moti del 1799 e fu commissario della Repubblica Partenopea. Alla caduta di questa, fu imprigionato ed impiccato a Napoli in Piazza Mercato il 12 dicembre 1799. A Rionero ne onorano la memoria una lapide apposta sul muro esterno della casa natale in Via Umberto 1°, l’intitolazione della scuola media e un busto marmoreo nei pressi della stazione ferroviaria, opera dell’ing. Giuseppe Catenacci.


L'OROLOGIO DELLA COSTA



L'Orologio della Costa è situato nell'omonimo quartiere. Fu costruito dalla Giunta Comunale nel 1888 per collocarvi il vecchio orologio. Venne situato in questa zona poichè grazie alla sua altitudine ed alla sua posizione tutti potessero conoscere l'ora.

Palazzi antichi di Rionero in Vulture



PALAZZO FORTUNATO

Palazzo Fortunato è stato costruito nel 1728 da Carmelio Fortunato. Il Palazzo, situato nella piazza XX Settembre, oggi piazza Giustino Fortunato, è stato molteplice volte ristrutturato a causa dei danni subiti dai molti terremoti con il passare degli anni di cui l'ultimo è stato il 23-novembre-1980. La grande proprietà occupa una superfice di quasi 4000 metri quadri con il cortile ed il meraviglioso giardino ed un complesso di quasi  50 camere. Nel palazzo vi soggiornarono personaggi importante come Giuseppe Bonaparte, Federico II, Giuseppe Zanardelli e tanti altri come Croce,Salvemini, Nitti....
E' storia recente la scoperta del palazzo da parte dell'amministrazione comunale nel 1972. Lo stesso palazzo nel 1975 divenne sede della biblioteca comunale con i suoi quasi  11000 volumi del fondo antico appartenuto alla celebre famiglia Fortunato. Nelle cantine del palazzo è stato allestito un Museo della Civiltà Contadina ed è possibile visitare anche le sue cucine. Inoltre è esposto al pubblico l'archivio storic-fotografico della famiglia Fortunato e quello comunale riguardante la vita del popolo rionerese.

PALAZZO CATENA



E' caratterizzato da un portico che sorregge una balconata. Fu adibito sin dagli anni '20  come sede della scuola elementare. Attualmente è inagibile a causa del terremoto del 1980


sabato 27 ottobre 2012

Rionero in Vulture: le origini



Non si sa con precisione l’origine di questo nome, si pensa che derivi dal nome di un torrente esistente nel passato, che attraversava gran parte dell’abitato. Questo torrente era chiamato “Rivus Niger”(ruscello nero) poiché le sue acque erano di un colore quasi nero, in quanto riflettevano la vegetazione circostante e  passavano tra le terre nere pozzolaniche.Ma secondo un'antica  leggenda popolare:un giorno un contadino arava sulle sponde di questo torrente  tenendo aggiogati al suo aratro un bue bianco e uno nero. Siccome questo ultimo non seguiva più pazientemente il lavoro, il contadino incitandolo col pungolo pare abbia detto: “Ar niur”(Ara nigro). Da qui il nome del luogo. Sarà una leggenda, ma è certo che ancora oggi in dialetto rionerese noi diciamo “ Ar niur” parlando di Rionero, cioè proprio “l’ar niur” del contadino.
Dal punto di vista storico  l’abitato di Rionero era originariamente costituito da pastori provenienti dalla Puglia e da una colonia di Greci Albanesi e poi di Napoletani. Il nome viene menzionato per la prima volta in un documento del XIII secolo, come casale di "Santa Maria di Rivonigro", feudo del vescovo di Rapolla. Il paese fu abbandonato nel 1316 per effetto del bando angioino, che accordava immunità fiscali per chi si trasferiva nella vicina Atella. Fu ripopolato a partire dal 1533 grazie all’arrivo di comunità di contadini albanesi stanziatisi inizialmente a Melfi.
Verso la fine del 1700 Rionero era uno dei più popolati centri della provincia di Potenza, infatti contava 10.000 abitanti. 
Con l’avvento dell’unità d’Italia, Rionero divenne uno dei maggiori centri delle rivolte brigantesche, dando i natali a Carmine Crocco detto "Donatelli", che organizzando una banda di 2000 uomini, riuscì a soggiogare la Basilicata mettendo in crisi il governo del re piemontese Vittorio Emanuele II.

mercoledì 15 agosto 2012

In giro per le strade del mio paese

giovedì 17 maggio 2012

Rionero in Vulture nel passato

lunedì 14 maggio 2012

Rionero in Vulture


Rionero in Vulture è un paese situato nella parte settentrionale della Basilicata e fa parte della provincia di Potenza. Ha un territorio interamente montuoso e collinare perchè sorge sulle falde orientali del monte Vulture.

Osservando il paesaggio è possibile individuare tre componenti fondamentali: il nucleo abitativo, dove prevale l'elemento umano; le case sparse nella campagna, o zona agraria, dove prevale l'elemento naturale. In questa zona troviamo un tipo di paesaggio naturalmente modificato o misto in cui l'uomo è intervenuto con il suo lavoro a modificare il paesaggio naturale; il bosco o la campagna disabitata dove dominano incontrastati gli elementi naturali