sabato 1 giugno 2013

IL RAPIMENTO DI DITA

Nel neolitico viveva la tribù Dente Forte, faceva parte di quest’ultima anche la famiglia di Agata, Ugo e Dita.                        
Gli abitanti del neolitico erano sedentari e vestivano con abiti di tessuto che ricavavano dalla lana delle pecore che allevavano. Vivevano con l’agricoltura e l’allevamento , infatti avevano imparato a coltivare i cereali e i legumi, le donne avevano imparato osservando il ciclo naturale della crescita che seminando i semi si avevano delle nuove pianticelle , gli uomini, invece che per poter coltivare il terreno avevano bisogno di togliere le sterpaglie e gli alberi e di rivoltare la terra. Intensificarono la pesca sulla riva del mare e del fiume. Impararono ad addomesticare i cani, le mucche le pecore e le capre, macellavano gli animali maschi e usavano le femmine per generare i piccoli e per fornire il latte.  Un giorno Dita la figlia più piccola del Capo tribù fu rapita dalla tribù Rosso Blù.  I fratelli maggiori Agata e Ugo decisero di andare a salvare la piccola  Dita. Quest’ultimi si procurarono delle frecce e degli archi e si recarono nel territorio dell’altra tribù. Qui c’erano ad aspettarli i cacciatori della tribù Rosso Blù che, avevano preparato una trappola i bambini se ne erano accorti e chiesero aiuto ai grandi della loro tribù. I cacciatori delle due tribù si incontrarono e decisero di barattare la liberazione della piccola Dita in cambio di prodotti agricoli e di animali per l’allevamento. Dopo lo scambio i bambini tornarono felici e contenti nelle proprie capanne.


      Aurora Cammarota, Alessandro Caruso, Savino D’angelo    3° E 

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