martedì 15 ottobre 2013

ENNESIMA TRAGEDIA A LAMPEDUSA



Una settimana dopo la strage di Lampedusa (339 morti secondo il conto aggiornato ad oggi), ancora un tragico naufragio nel Canale di Sicilia che continua ad essere un'immensa tomba per le masse di disperati in fuga dall'Africa: il primo bilancio è di circa 50 morti, tra i quali una decina di bambini.
Sembra un bollettino di guerra; il Mediterraneo è ormai diventato un cimitero.
Se penso che tanti ragazzi della nostra età perdono la vita solo per provare ad essere liberi e ad avere una vita migliore mi si stringe il cuore.
Noi pensiamo ogni giorno ad andare a scuola, ad andare a fare sport, ad andare a mangiare la pizza o a scherzare con i nostri amici.
Loro, invece, sono costretti ad imbarcarsi sulla nave di un “orco cattivo” che dopo aver fatto pagar un salato biglietto li trasporta come bestie stipate in un viaggio che spesso ha di sicuro solo la morte.
Mi chiedo perché gli altri paesi dell’Europa non si interessano di questa tragedia ed ammiro tanto la popolazione di Lampedusa che con coraggio e solidarietà, per quelli fortunati che riescono a toccare terra, li accoglie e li cura.
Forse bisognerebbe prestare più attenzione a questo problema e non lasciare che ogni volta, passata la notizia, ci si dimentica di questi piccoli eroi.
La penultima tragedia ha visto morire mamme e figli stipati sotto una cabina che ha preso fuoco e nulla hanno potuto fare per salvarsi.
Immagino i terrore e la paura di un ragazzo della mia età che capisce che la morte è arrivata e vorrebbe essere salvato, grida aiuto ma nulla viene fatto.
Immagino come i suoi sogni di una vita migliore e più giusta prendano fuoco insieme al suo cuore.
Questa storia mi rende molto triste e spero che una soluzione i nostri Governanti possano trovarla. Intanto rivolgo una preghiera per chi non c’è più ed un’altra all’Angelo Custode di quel ragazzo, che come me, sogna ed ha diritto che i suoi sogni possano realizzarsi.

Lorenzo Maria SARACENO classe  IVC

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