Una settimana dopo la strage
di Lampedusa (339 morti secondo il conto
aggiornato ad oggi), ancora un tragico naufragio nel Canale di Sicilia che continua ad essere un'immensa
tomba per le masse di disperati in fuga dall'Africa: il primo bilancio è di
circa 50 morti, tra i quali
una decina di bambini.
Sembra un bollettino di
guerra; il Mediterraneo è ormai diventato un cimitero.
Se penso che tanti ragazzi
della nostra età perdono la vita solo per provare ad essere liberi e ad avere
una vita migliore mi si stringe il cuore.
Noi pensiamo ogni giorno ad
andare a scuola, ad andare a fare sport, ad andare a mangiare la pizza o a
scherzare con i nostri amici.
Loro, invece, sono costretti
ad imbarcarsi sulla nave di un “orco cattivo” che dopo aver fatto pagar un
salato biglietto li trasporta come bestie stipate in un viaggio che spesso ha
di sicuro solo la morte.
Mi chiedo perché gli altri
paesi dell’Europa non si interessano di questa tragedia ed ammiro tanto la
popolazione di Lampedusa che con coraggio e solidarietà, per quelli fortunati
che riescono a toccare terra, li accoglie e li cura.
Forse bisognerebbe prestare
più attenzione a questo problema e non lasciare che ogni volta, passata la
notizia, ci si dimentica di questi piccoli eroi.
La penultima tragedia ha
visto morire mamme e figli stipati sotto una cabina che ha preso fuoco e nulla
hanno potuto fare per salvarsi.
Immagino i terrore e la
paura di un ragazzo della mia età che capisce che la morte è arrivata e
vorrebbe essere salvato, grida aiuto ma nulla viene fatto.
Immagino come i suoi sogni
di una vita migliore e più giusta prendano fuoco insieme al suo cuore.
Questa storia mi rende molto
triste e spero che una soluzione i nostri Governanti possano trovarla. Intanto rivolgo
una preghiera per chi non c’è più ed un’altra all’Angelo Custode di quel
ragazzo, che come me, sogna ed ha diritto che i suoi sogni possano realizzarsi.
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