Si narra che nel 508 a.C., durante l'assedio di Roma da parte degli Etruschi comandati da Porsenna,, un giovane aristocratico romano, Muzio Scevola, propose al Senato di uccidere il comandante etrusco. Non appena ottenne l'autorizzazione, si infiltrò nelle linee nemiche, grazie anche al fatto che egli era di origine e lingua etrusca, e armato di un pugnale, raggiunse l'accampamento di Porsenna, che stava distribuendo la paga ai soldati. Muzio attese che il suo bersaglio rimanesse solo e quindi lo pugnalò. Ma sbagliò persona: aveva infatti assassinato lo scriba del lucumone etrusco. Subito venne catturato dalle guardie del comandante, e portato al cospetto di Porsenna, il giovane romano non esitò a dire: «Volevo uccidere te. La mia mano ha errato e ora la punisco per questo imperdonabile errore». Così mise la sua mano destra in un braciere dove ardeva il fuoco dei sacrifici e non la tolse fino a che non fu completamente consumata. Da quel giorno il coraggioso nobile romano avrebbe assunto il nome di "Muzio Scevola" (Muzio il mancino).
giovedì 12 marzo 2015
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