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sabato 11 ottobre 2014

La Questione Palestinese raccontata da un testimone israeliano



Israele vuole esistere come uno Stato Ebreo e vivere in pace, e anche riconosce il diritto dei palestinesi a possedere il suo proprio Stato per vivere in pace. Il problema è che molti palestinesi, musulmani e arabi non accettano il diritto che ha Israele.
Israele è la terra promessa da Dio per il popolo ebreo, quindi in realtà è un conflitto antico dove si lotta non solo per ragioni territoriali ma anche religiose e politiche.




Nel 1947, il territorio Palestinese fu diviso in due parti, lo stato Ebreo e lo stato Arabo; però gli arabi  non erano d'accordo e nel 1948 questi paesi arabi vicini a Israele, come il Libano, Siria, Irak ed Egitto attaccarono il piccolo Stato Ebreo. Il mondo si sorprese per la sopravvivenza di Israele. La stessa cosa successe nel 1967, quando il dittatore egiziano annunciò il suo piano per distruggere il piccolo stato. Israele attaccò preventivamente l'Egitto, la Siria e la Giordania e di conseguenza prese il controllo della Cisgiordania e la città di Gerusalemme. Immediatamente  i leader arabi annunciarono i loro famosi tre no (no riconoscimento, no pace, no negoziazioni).


Dopo 10 anni nel 1978 Israele restituì le terre all' Egitto come promessa di pace ed è lo stesso che vorrebbe fare con i palestinesi se loro riconoscono Israele come Stato Ebreo.
Nel 2000 Israele offre la totalità di Gaza e parte della Cisgiordania, ma lo stato Palestinese rifiutò l' offerta e in cambio Hamas (movimento di resistenza Islamica per la liberazione della Palestina) rispose con atti terroristici dentro Israele.
Intanto la T.V., la radio e le scuole palestinesi glorificano i terroristi disprezzando gli ebrei, ripetendo quotidianamente che Israele non deve esistere più.
Pochi mesi fa il mondo intero guardò l'ultimo bombardamento tra i due popoli.
In Israele, la cupola di ferro è un sistema che rileva il lanci di missili contro il territorio Israeliano. Esse funzionano colpendo il razzo in cielo usando un contro-razzo.
Questo sistema, immediatamente, attiva un' allarme che indica alla gente che deve entrare in un rifugio, queste sono delle stanze blindate che prima di chiudersi restano aperte 60 secondi dall'allarme .
Di notte, chi non ha la fortuna di avere un rifugio nella propria casa usa i parcheggi sotterranei o rimane sulle scale dei palazzi.
Anna, un'amica di mamma che vive in Israele, racconta che in quei giorni prima di uscire per strada pianifica dove e come proteggersi in caso d' allarme. Di solito i portoni dei palazzi restano aperti per soccorrere il maggiore numero di persone che rimangono fuori dai rifugi pubblici.
Lei racconta che una volta ha visto la cupola di ferro in azione. Si trovava in macchina con la sua bambina e non riusci a scendere ed allontanarsi in tempo, così rimase per strada coprendo con il suo corpo la figlia di 1 anno.
Per lei furono giorni e notti molto difficili e tristi, tanto che si ammalò fisicamente... ma nel suo cuore prova anche molto dispiacere per le vere vittime che sono i bambini e le famiglie palestinesi dal momento che Hamas usa loro come scudi umani e le loro case come nascondigli e centri operativi per pianificare atti terroristici.
Israele da sua parte usa il denaro donato dagli ebrei del mondo e dalle loro tasse per investire nella sicurezza del suo popolo.

Stefania Rinaldi 5ta C

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