lunedì 26 gennaio 2015

PROMETEO DONA IL FUOCO AGLI UOMINI

Giove vedeva la terra dall’alto dell’ olimpico,Giove la vedeva deserta e desolata. Gli abitanti vivevano nelle caverne dalle quali uscivano raramente solo notte gli uni temevano gli altri si avventuravano fuori in cerca di cibo. Giove pensò che la continua paura doveva finire e chiamò Epimeteo e lo incaricò di scendere sulla terra per dare alle creature quello che le occorreva: qualcuno ebbe zanne ed artigli; altre ebbero ali per volare, fiuto sottile, udito pronto;  altra ancora ebbero la velocità nella corsa, altre l’astuzia,altre la forza. Soltanto l’uomo, pieno di paura rimase nascosto e non si fece avanti per cui non ricevette nulla. Di ciò si accorse Prometeo fratello di Epimeteo. Prometeo era il più intelligente di tutti i Titani. Aveva assistito alla nascita di Minerva dea della sapienza dalla testa di Giove e la dea stessa gli aveva insegnato l’architettura, l’astronomia,la matematica,la medicina,l’arte di lavorare i metalli e l’arte della navigazione. Poiché non voleva accettare che gli uomini conducessero una vita così infelice , pensò di dar loro  il prezioso dono del fuoco che li avrebbe resi i padroni indiscussi della Terra. Col fuco gli uomini avrebbero potuto scaldarsi d’ inverno , cuocere la carne che prima mangiavano cruda; tenere lontane le fiere , illuminare le caverne la notte così avrebbero potuto fondere i metalli e darsi così attrezzi per lavorare la terra ed armi per difendersi e cacciare .Ma esso apparteneva agli Dei che erano molto gelosi ed era ben protetto nelle viscere della Terra nell’ officina di Vulcano dio del fuoco ,che fabbricava,con l’aiuto dei Ciclopi , i fulmini di Giove. Prometeo pensò di rubarlo e una notte,dopo aver addormentato Vulcano di vino drogato ,rubò qualche scintilla che nascose in un bastone in ferro cavo; poi corse dagli uomini ed annunciò che recava loro il dono più grande. Ben presto tutta la terra brillò di fuochi attorno ai quali gli uomini cantavano felici. Le fiamme destarono Giove, vide e comprese. Avvapando d’ira esclamò che colui che aveva rubato il fuoco doveva essere punito e vedendo Prometeo tra gli uomini capì di chi era la colpa. Incarico Vulcano colpevole di non aver saputo custodire a dovere il fuoco. Vulcano obbedendo a malin cuore agli ordini cattivi di Giove, incatenò Prometeo su un alta rupe battendo col martello le infrangibile catene che aveva preparato; Vulcano se ne andò e Prometeo rimase lassù soffrendo la fame, freddo,caldo e sete. Ogni giorno un aquila andava da lui con gli artigli squarciava il ventre , divorandogli il fegato col becco aguzzo , durante la notte il fegato ricresceva le ferite sparivano e il mattino dopo doveva subirlo ancora. Un giorno Ercole vide l’aquila straziare Prometeo incatenato. Così uccise il rapace e spezzò le catene. Giove dall’ olimpo annunciò a Prometeo che lo rendeva libero.


                                   LEYDA , FEDERICA, FRANCESCA,
                                                                   MARIA RITA E PIA 

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