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sabato 27 ottobre 2012

Rionero in Vulture: le origini



Non si sa con precisione l’origine di questo nome, si pensa che derivi dal nome di un torrente esistente nel passato, che attraversava gran parte dell’abitato. Questo torrente era chiamato “Rivus Niger”(ruscello nero) poiché le sue acque erano di un colore quasi nero, in quanto riflettevano la vegetazione circostante e  passavano tra le terre nere pozzolaniche.Ma secondo un'antica  leggenda popolare:un giorno un contadino arava sulle sponde di questo torrente  tenendo aggiogati al suo aratro un bue bianco e uno nero. Siccome questo ultimo non seguiva più pazientemente il lavoro, il contadino incitandolo col pungolo pare abbia detto: “Ar niur”(Ara nigro). Da qui il nome del luogo. Sarà una leggenda, ma è certo che ancora oggi in dialetto rionerese noi diciamo “ Ar niur” parlando di Rionero, cioè proprio “l’ar niur” del contadino.
Dal punto di vista storico  l’abitato di Rionero era originariamente costituito da pastori provenienti dalla Puglia e da una colonia di Greci Albanesi e poi di Napoletani. Il nome viene menzionato per la prima volta in un documento del XIII secolo, come casale di "Santa Maria di Rivonigro", feudo del vescovo di Rapolla. Il paese fu abbandonato nel 1316 per effetto del bando angioino, che accordava immunità fiscali per chi si trasferiva nella vicina Atella. Fu ripopolato a partire dal 1533 grazie all’arrivo di comunità di contadini albanesi stanziatisi inizialmente a Melfi.
Verso la fine del 1700 Rionero era uno dei più popolati centri della provincia di Potenza, infatti contava 10.000 abitanti. 
Con l’avvento dell’unità d’Italia, Rionero divenne uno dei maggiori centri delle rivolte brigantesche, dando i natali a Carmine Crocco detto "Donatelli", che organizzando una banda di 2000 uomini, riuscì a soggiogare la Basilicata mettendo in crisi il governo del re piemontese Vittorio Emanuele II.

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