Dal punto di vista storico l’abitato di Rionero era originariamente costituito da pastori provenienti dalla Puglia e da una colonia di Greci Albanesi e poi di Napoletani. Il nome viene menzionato per la prima volta in un documento del XIII secolo, come casale di "Santa Maria di Rivonigro", feudo del vescovo di Rapolla. Il paese fu abbandonato nel 1316 per effetto del bando angioino, che accordava immunità fiscali per chi si trasferiva nella vicina Atella. Fu ripopolato a partire dal 1533 grazie all’arrivo di comunità di contadini albanesi stanziatisi inizialmente a Melfi.
Verso la fine del 1700 Rionero era uno dei più popolati centri della provincia di Potenza, infatti contava 10.000 abitanti.
Con l’avvento dell’unità d’Italia, Rionero divenne uno dei maggiori centri delle rivolte brigantesche, dando i natali a Carmine Crocco detto "Donatelli", che organizzando una banda di 2000 uomini, riuscì a soggiogare la Basilicata mettendo in crisi il governo del re piemontese Vittorio Emanuele II.
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